Secondo il National Comprehensive Cancer Network (NCCN) la risonanza magnetica prostatica multiparametrica può essere utilizzata per la valutazione iniziale dei pazienti ad alto rischio di tumore prostatico, per la stadiazione e la caratterizzazione del carcinoma prostatico pre-operatoria. Sempre secondo le linee guida del NCCN, la RMN è raccomandata nei pazienti sottoposti a sorveglianza attiva, quando vi è il sospetto di un cancro nella porzione anteriore della prostata, e in seguito all’ aumento del PSA in paziente già sottoposto a mapping prostatico standard con esito negativo.
Le ultime linee guida della European Urological Association confermano l’importanza che sta assumendo la RMN nella diagnostica del tumore prostatico permettendo un maggior riscontro di tumori clinicamente significativi.
I dati dello studio PRECISION su 500 pazienti confermano un maggior tasso diagnostico nei pazienti sottoposti a biopsia sulla base del dato della RMN; nel gruppo che avevo fatto la RMN il riscontro di tumori di grado ISUP >2 era del 38% mentre nel gruppo sottoposto a mapping standard era del 26%.
In altri studi di confronto non sono state riscontrate differenze statisticamente significative a favore delle RMN, anche se i tassi diagnostici erano comunque a favore della RMN.
La biopsia basata sulla RMN supera significativamente la biopsia sistematica nella diagnosi di tumori prostatici di grado ISUP > 2 soprattutto quando è indicata la ripetizione della biopsia .
L’utilizzo della risonanza magnetica insieme alla biopsia sistematica aumenta il numero di tumori di grado ISUP > 2 e grado > 3 rispettivamente di circa il 20% e il 30%. In caso di biopsia ripetuta, l’utilizzo della RMN aumenta la diagnosi di tumori di grado ISUP > 2 e grado > 3 PCa di circa il 40% e il 50%.
Secondo le ultime linee guida dell’EAU la RMN non va utilizzata come strumento di screening iniziale, ma, va eseguita prima della biopsia.
In caso di RMN sospetta associare biopsie mirate al mapping sistematico .
Secondo le ultime linee guida dell’EAU, la RMN va eseguita prima di ripetere una biopsia: se la RMN è positiva (cioè PI-RADS > 3), si può eseguire solo la biopsia mirata, se la RMN è negativa ma il sospetto clinico è elevato bisogna procedere con un mapping sistematico.
Inoltre, le linee guida raccomandano di eseguire la mpMRI per la stadiazione locale in pazienti a rischio intermedio e per la stadiazione locale nel carcinoma prostatico localizzato ad alto rischio.
Nonostante l'uso del sistema di punteggio PIRADSv2 il problema della RMN prostatica è la riproducibilità interlettore che rimane moderata, quindi è importante rivolgersi a radiologi dedicati.
Il valore predittivo negativo (NPV) della RMN è eccellente nei centri ad alto volume, ma deve comunque essere rapportato al rischio di malattia del singolo paziente; La densità dell'antigene prostatico specifico (PSAD) è uno dei parametri più affidabili di valutazione del rischio di malattia.
L’utilizzo della RMN nella diagnostica del tumore prostatico è dunque interessante in quanto può ridurre il numero di biopsie, può ridurre il riscontro di tumori di basso grado clinicamente non significativi, migliorando il riscontro di tumori clinicamente significativi.